Summer School "RecycLand: camminare nei territori in contrazione"
16-17 luglio 2021: Giornate di formazione @ modalità a distanza
29 agosto -> 6 settembre 2021: Summer School @ Biella > Ivrea > Torino
29 ottobre 2021: Giornata di Studi @ Politecnico di Torino
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APPLY BY JUNE 1st 2021
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Recycland è la quarta edizione della Summer School itinerante promossa dal Laboratorio del Cammino (LdC), rete inter-universitaria di studenti e ricercatori che sviluppa progetti di didattica innovativa volti ad esplorare il contributo metodologico del camminare in urbanistica. La Summer School si svolgerà nell’agosto-settembre 2021 attraversando a piedi il territorio tra Biella, Ivrea e Torino. I partecipanti saranno chiamati a indagare “in presa diretta” i mutamenti in atto nei paesaggi attraversati, e a restituire narrazioni spaziali e possibili traiettorie progettuali utili a migliorarne le condizioni di abitabilità.
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TEMA
I territori di Biella e Ivrea hanno conosciuto due tappe fondamentali del processo di industrializzazione che ha investito il nostro Paese nel corso del Novecento. Culla della rivoluzione industriale italiana (qui furono installati i primi telai meccanici nel 1817), Biella ha ospitato un distretto tessile laniero articolato in modo policentrico e diffuso, e fortemente intrecciato con il territorio e la sua società. Sin dalla fine dell’Ottocento, numerosi imprenditori e famiglie di industriali hanno utilizzato l'impresa per trasformare e infrastrutturare il territorio, garantire un’alta qualità di vita dei dipendenti, promuovere politiche di ampio respiro. A soli trenta chilometri di distanza, Ivrea e il Canavese hanno conosciuto a partire dagli anni Trenta una politica aziendale tra le più lungimiranti del Novecento, nella cultura e organizzazione tecnica e nei riferimenti politico-culturali della fabbrica, grazie alla straordinaria avventura imprenditoriale, umana e professionale di Adriano Olivetti. L’esperienza di Olivetti ha segnato una stagione importante non solo dell'industrializzazione ma anche dell’urbanistica italiana, che a Ivrea ha trovato un’applicazione significativa nei progetti di espansione e riorganizzazione urbana e nella diffusione di nuove forme d’abitare.
A partire dalla fine degli anni Settanta, Biella e Ivrea attraversano, con modalità, traiettorie e velocità differenti, una radicale crisi industriale che conduce alla trasformazione dei processi produttivi, alla dismissione di una quantità rilevante di spazi del lavoro (e non solo), e a crescenti squilibri sociali e territoriali. Le crisi degli anni 2000, inclusa quella attuale provocata dalla pandemia, stanno moltiplicato gli effetti della contrazione economica e dilatando le condizioni di abbandono, declino e inerzia nei paesaggi della produzione. Mentre alcune grandi imprese vedono aumentare la loro ricchezza, il territorio è invece attraversato da fenomeni di “iperdismissione” che vanno dal ridimensionamento demografico e dall'erosione dei patrimoni familiari, all'abbandono delle aree interne e alla migrazione delle fasce più giovani.
Contemporaneamente, la crisi ambientale globale si è imposta con conseguenze locali che influiscono in modo pervasivo su quello stesso rapporto tra produzione e territorio. Paesaggi che soffrono per carenza o sovrabbondanza d'acqua (elemento essenziale per la produzione tessile), con esiti problematici dal punto di vista della gestione dei suoli e della mobilità di persone e merci: l’innalzamento delle temperature, l’elevato rischio idrogeologico, imputabile sia allo scioglimento dei ghiacciai sia alla relazione stretta tra edifici industriali (spesso dismessi) e corsi d'acqua, l’inquinamento delle falde acquifere, con conseguenze sulla qualità dei prodotti anche tessili, e l’abbandono dei territori agricoli del riso e del vino.
Oggi il Biellese e il Canavese rappresentano due casi emblematici di territori in contrazione, ovvero di territori che in seguito sia al mutamento delle condizioni economiche globali, sia alle profonde conseguenze locali del cambiamento climatico, necessitano di una profonda riorganizzazione spaziale. Seppure in forme e intensità diverse, quel che unisce queste due geografie è una vera e propria metamorfosi delle relazioni tra territorio e produzione, rispetto al quale l’urbanistica è stata messa a dura prova nella coerenza del suo apparato conoscitivo e nell’efficacia dei suoi strumenti. Le grandi fabbriche, i piazzali, le infrastrutture, ma anche le case, gli uffici e gli spazi del commercio, progettati, abitati e significati da economie oggi svanite, ristrette o sostituite, sono in attesa di nuovi usi e declinazioni per le comunità locali, aspettano “nuove ecologie” (R. Banham).
Territori in contrazione che, nonostante il difficile adattamento alle dinamiche della contemporaneità, rispondono in modi diversi alla condizione attuale.
Ivrea, da poco nominata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, come esempio eccezionale di “Città Industriale del XX secolo” è in cerca di un destino per l’enorme legacy materiale olivettiana, fatta di grandi fabbriche moderne, case per dipendenti dagli elevati standard abitativi, e una costellazione di servizi sociali già fulcro della vita di comunità disseminati in tutto il Canavese, oggi solo in parte riutilizzati dalla popolazione locale.
Inseguendo le nuove opportunità dischiuse da cultura e innovazione, e costruendo soprattutto una rete di attori privati e pubblici che superano l'eroismo del Novecento tentando di agire come sistema, Biella invece si ripensa come “Città della Creatività”. Mentre nel 2019 entra a far parte del network “Città Creative Unesco”, la città e il suo territorio si scoprono incubatori di un tessuto sociale incredibilmente vivace, fatto di istituzioni culturali, fondazioni, grandi imprenditori e un pulviscolare associazionismo, che diventano promotori e sostenitori di processi strategici e di sviluppo territoriale che cercano di superare le sfide della dismissione e della contrazione sociale.
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Quali metamorfosi interessano gli spazi del lavoro nel biellese e nel canavese? Di fronte all'attuale crisi climatica globale, quali risposte emergono dai territori in contrazione e quali traiettorie per l’urbanistica? E quanto il camminare e l’esperienza diretta e corporea dei luoghi costituisce un’angolazione privilegiata per cogliere le dinamiche di contrazione, dismissione e i processi di mutamento, gli usi temporanei e le rioccupazioni incrementali degli spazi del lavoro e dell'abitare?
L’obiettivo della Summer School è comprendere quanto l’esplorazione dal basso, il camminare, l’andare a piedi, il vedere, l’ascoltare e l’entrare lentamente nei luoghi, siano modalità essenziali per leggere ed indagare i fenomeni di contrazione in atto. Accompagnati da docenti, ricercatori, attori locali e artisti che lavorano a stretto contatto con il territorio e le sue trasformazioni, gli studenti saranno orientati a ricercare e descrivere il significato profondo delle metamorfosi degli spazi del lavoro e a riconoscere le sfide economiche e sociali poste dal cambiamento climatico.
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PROGRAMMA
Sono previste due giornate di formazione in modalità a distanza prima dell’inizio del cammino, che offriranno ai partecipanti le conoscenze e gli strumenti utili per svolgere le attività della Summer School. La partecipazione alle due giornate di formazione è obbligatoria.
Le due giornate si terranno in modalità a distanza venerdì 16 e sabato 17 luglio 2021; l’organizzazione sarà curata dai referenti del LdC di Università degli Studi della Basilicata. Sono previsti un seminario su alcune questioni metodologiche legate al fare urbanistica in cammino, una comunicazione sul territorio attraversato in cammino e sugli strumenti e le politiche urbanistiche che lo interessano, e un primo confronto con i partecipanti, al fine di istruire obiettivi e modalità di svolgimento del lavoro. Se l’evoluzione della pandemia lo consentirà, sarà garantita anche la partecipazione in presenza all’evento previsto a Matera presso la sede di UNIBAS.
La Summer School si svolgerà dal 29 agosto all’6 settembre 2021 e consisterà in un itinerario a piedi da Biella a Torino, attraversando i territori del Biellese e del Canavese, sostando a Miagliano, Sordevolo, Borgofranco, Settimo Vittone, Ivrea e Scarmagno.
L’itinerario proposto si svolgerà se le condizioni sanitarie lo renderanno possibile e comunque nel rispetto delle norme comportamentali vigenti al momento dell’avvio del percorso.
In caso di impossibilità a svolgere l’itinerario in presenza il Comitato Scientifico del LdC intende attivare: un ciclo di seminari didattici, un esercizio di camminata individuale, l’elaborazione di un book individuale accompagnanto dall’assistenza di docenti e tutor.
Ad ottobre 2021 è prevista a Torino una Giornata di Studi finale per presentare i risultati della Summer School e valutare gli esiti conseguiti, fondamentali per l’attribuzione dei CFU. I risultati dell’indagine conoscitiva e progettuale saranno pubblicati nel sito web del Laboratorio del Cammino.
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COME PARTECIPARE
La call per partecipare alla Summer School è aperta dal 3 maggio all'1 giugno 2021. Possono parteciparvi gli studenti afferenti ai corsi di laurea triennale e magistrale in: Pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistico-ambientale; Urbanistica; Architettura; Architettura del Paesaggio; Geografia e Scienze Territoriali; Design; Ingegneria Edile e corsi affini; provenienti dalle università partner della Summer School: Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi di Cagliari, Università degli Studi di Palermo, Università degli Studi della Basilicata, LAUD/Bilkent University, Università degli Studi di Chieti-Pescara. 1 studente verrà selezionato dall’Università degli Studi di Teramo.
Possono fare domanda anche non studenti o studenti provenienti da altre università. La loro accettazione sarà tuttavia soggetta a disponibilità ristretta. Il numero massimo di studenti/esse ammessi sarà di 15 persone.
Per partecipare, è necessario inviare entro l'1 giugno 2021 un curriculum vitae accademico, una lettera di motivazione e un portfolio con una selezione di lavori progettuali all’indirizzo e-mail laboratoriodelcammino@gmail.com.
L’accettazione della domanda sarà comunicata dagli organizzatori del laboratorio entro lunedì 14 giugno 2021.
A seguito del cammino, i partecipanti dovranno elaborare, a gruppi, un book A5 e relativo supporto digitale, per restituire l’esito delle ricerche e attività condotte.
Al termine della Summer School, ai partecipanti provenienti dalle Università partner del LdC saranno riconosciuti 3 o 4 crediti formativi (CFU) assegnati sulla base dell’elaborazione del prodotto didattico, valutato dal Comitato Scientifico del Laboratorio del Cammino durante la Giornata di Studi conclusiva della Summer School, a Torino.
Ciascun gruppo di studenti sarà affiancato da un tutor che offrirà supporto allo sviluppo del lavoro.
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QUANTO COSTA
La partecipazione alla Summer School è soggetta al pagamento, da effettuarsi direttamente in loco, delle spese del vitto, dei pernottamenti, degli spostamenti in bus/treno e del noleggio di un furgone con conducente per il trasporto dei bagagli. Una stima di massima delle suddette spese è pari a 140 euro a testa. Il viaggio per Biella e da Torino è a carico di ciascun partecipante. Nel corso del tragitto, il gruppo alloggerà presso strutture pubbliche concesse dalle amministrazioni locali attraversate, o in ostelli scelti per economicità. Ai partecipanti sarà richiesto spirito di adattamento e senso della condivisione, pur nel rispetto dei valori individuali. La maggior parte dei pasti saranno preparati dal gruppo stesso sulla base di una cassa comune raccolta all’inizio della Summer School direttamente dagli organizzatori.
Per informazioni, scrivere una mail a laboratoriodelcammino@gmail.com.
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COORDINAMENTO OPERATIVO
Serena Marchionni e Luca Lazzarini (coordinatori LdC), Mirko Greco, Ilaria Tonti (Politecnico di Torino), Marcella Turchetti (Associazione Archivio Storico Olivetti), Michele Cerruti But (Fondazione Pistoletto), Viviana Sabia, Saverio Massaro, Silvia Parentini (Università della Basilicata).
COORDINAMENTO SCIENTIFICO
Anna Maria Colavitti e Sergio Serra (Università di Cagliari); Cristiana Rossignolo (Politecnico di Torino); Marco Mareggi, Chiara Merlini, Andrea Rolando e Luca Lazzarini (Politecnico di Milano); Flavio Stimilli e Massimo Sargolini (Università di Camerino); Filippo Schilleci e Annalisa Giampino (Università di Palermo); Daniele Cinciripini (Università di Teramo); Antonio Bocca (Università di Chieti-Pescara); Maria Valeria Mininni, Ina Macaione, Chiara Rizzi (Università della Basilicata); Bülent Batuman e Hatice Karaca (Bilkent University); Serena Marchionni (Ikonemi); Daniela Allocca (EPP/Progetto Fiori); Marcella Turchetti (Associazione Archivio Storico Olivetti); Maria Teresa Silvestrini (Liceo A. Einstein); Michele Cerruti But e Paolo Naldini (Fondazione Pistoletto).
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